CERVELLO, CINEMA, MENTE
Il cinema crea e propone immagini. Immagini in movimento che nutrono emozioni e sentimenti di chi va al cinema. Il cinema è soprattutto storia, narrazione, mito e noi tutti riviviamo attraverso quelle storie le nostre storie e questa doppia memorizzazione ci ricongiunge con le azione compiute e, consapevolmente o inconsapevolmente, costruiamo insieme ad altri, significati e mondi. Il cinema, infatti, è oggetto da sempre di un’intensa e civile conversazione. Una sequenza di film dedicati al cervello per sviluppare una riflessione sulla mente e i suoi meccanismi nella convinzione che il cinema sia strumento elettivo per una comprensione empatica e solidale di una delle tematiche più forti e “difficili” della nostra quotidianità.
Buona visione!
Giuseppe Varchetta, Comitato Scientifico Fondazione Zoé
L'EMPATIA
Il mese di marzo sarà dedicato alla proiezione di tre film dedicati al tema dell'empatia, trattato da diversi punti di vista
14 marzo, ore 17 – Quasi amici
Regia di Olivier Nakache e Éric Toledano, 2011.
L’incontro tra due mondi apparentemente lontani: una storia vera che racconta dell’amicizia tra Driss, un giovane ragazzo di origine
senegalese che, uscito di prigione, è in cerca di firme per attestare le sue partecipazioni a diversi colloqui di lavoro al fine di continuare
ad avere benefici assistenziali per sé e la sua grande famiglia e Philippe, un ricco tetraplegico in cerca di un badante personale.
21 marzo, ore 17 – Lo scafandro e la farfalla
Regia di Julian Schnabel, 2007.
Tratto dal romanzo autobiografico di Jean-Dominique Bauby, ricostruisce vita e malattia dell’ex capo redattore di Elle: al risveglio dopo un lungo coma dovuto a un ictus, scopre che il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso centrale. In quel corpo rigido e incontrollabile come lo scafandro di un palombaro, solo un occhio si muove. Quell’occhio, il sinistro, è il suo legame con il mondo, con gli altri, con la vita.
28 marzo, ore 17 – The unforgivable
Regia di Nora Fingscheidt, 2021.
Il film racconta la storia di Ruth, una donna che esce di prigione dopo aver scontato una pena di vent’anni e prova a ritrovare il suo posto nel mondo. Ma non è facile rifarsi una vita all’interno di una società schiava del pregiudizio: quei posti che un tempo per lei erano casa diventano luoghi ostili, frequentati da giudici severi, che non le perdonano gli errori del passato. Ruth però, ha un solo desiderio: ritrovare sua sorella minore Katie, che era stata costretta ad abbandonare dopo il suo reato.
Le proiezioni saranno introdotte dalla video intervista introdotta dalla video intervista con Maria Luisa Gorno Tempini, Neurologa comportamentale con un Dottorato di ricerca in Neuroscienze e Professoressa presso il MAC – Memory and Aging Center dell’Università della California, San Francisco.
Nell’era delle relazioni e della comunicazione che stiamo vivendo si parla molto, ma spesso in modo impreciso, di empatia. Le euroscienze hanno dimostrato che nel nostro cervello esistono meccanismi di riconoscimento automatici e immediati, che scattano a prescindere dalla nostra volontà e ci consentono di riconoscere e comprendere le emozioni altrui. Ma come funzionano dal punto di vista neurobiologico? Quali aree del cervello si attivano, e perché? L’empatia può essere condizionata dalla cultura in cui viviamo? E può essere sviluppata?
Partecipazione libera fino ad esaurimento posti. Obbligo di green pass.